La violenza, e in particolare la violenza di genere, nasce dalla paura: di perdere la persona, di perdere il proprio ruolo di maschio che domina. La paura si combatte da un lato con la comprensione di quanto le donne siano cambiate e abbiano conquistato nuovi spazi di libertà, dall’altro con la proposta di modelli maschili che non si basino solo sulle concezioni, spesso illusorie, di forza e dominio, creando la possibilità di nuove soggettività femminili e maschili, nuove armonie di vita nel privato e non solo.
È l’educazione, fin dai primi anni di vita, che può assolvere questo compito: nei luoghi istituzionali, scuola e famiglia, ma anche diffusa sul territorio, promossa dai mezzi di comunicazione,
L’impegno è di tutte e tutti, ma innanzitutto nelle aule in cui bambine e bambini, ragazze e ragazzi si incontrano con persone adulte, per prime formate alla comprensione di una realtà mutata, di un mondo che non tema le libertà conquistate.
Ne discutono Gino Cecchettin, presidente Fondazione Giulia Cecchettin, Irene Biemmi, professoressa associata di Pedagogia generale e sociale e docente di Pedagogia di genere, Università degli Studi di Firenze, e Barbara Mapelli, saggista e pedagogista, già docente di Pedagogia delle differenze di genere, Ateneo di Milano Bicocca, autrici del volume Pedagogia di genere. Educare ed educarsi a vivere in un mondo sessuato (Mondadori Università, 2023).
Modera Anna Paola Concia, coordinatrice di Didacta Italia